In relazione alla dichiarazione di autosospensione di due consiglieri regionali, Guccione e Ciconte, dal gruppo consiliare del Pd, il presidente della Regione prendendo la parola in Consiglio regionale ha affermato quanto segue: “Credo che alle questioni che abbiamo davanti, ai presunti fallimenti, alle responsabilità di ognuno dovremo dedicare una sessione ad hoc del Consiglio regionale ed io propongo che si convochi al più presto una riunione dell’ Assemblea sulla base di una relazione del presidente della Giunta, in modo tale che si possa entrare ampiamente nel merito e, alla fine, ci si possa determinare.
Ognuno è libero di determinarsi e di fare le scelte che più ritiene opportune naturalmente in rapporto anche alle responsabilità che ha di fronte alla Calabria ed ai calabresi
Io ritengo che se c’è una valutazione di fallimento su cui converge una maggioranza, si ha il dovere di chiudere la stagione del fallimento. Non si può scimmiottare o tergiversare. Questo modo di fare politica è stato ampiamente bocciato dagli elettori”.
“Sento -ha aggiunto Oliverio– diverse preoccupazioni che, guarda caso, emergono alla vigilia di una scadenza elettorale. Capisco le ansie e le preoccupazioni, la corsa di qualcuno a prendere le distanze e a mettere le bandierine. Se questo è, è meglio chiudere subito questa esperienza. E lo dico senza alterigia e senza atteggiamenti di sfida, ma con grande responsabilità e consapevolezza, perché il danno più grave che si può recare ad una istituzione e anche alla politica, a quella che non è stata ancora travolta dalla deriva populista, è fare la rincorsa a chi più degli altri può gettare fango, attraverso giudizi superficiali e frettolosi, su una Giunta regionale e sul suo presidente. E in questo Consiglio regionale di “grilli parlanti” frettolosi, animati da animosità e rancore, ce ne sono molti, aldilà delle appartenenze politiche.
Per quanto mi riguarda rivendico pienamente il valore di questa esperienza.
I fatti e la storia ci diranno cosa essa ha prodotto per invertire il trend negativo che ha caratterizzato tutti gli indicatori per un lungo periodo di tempo nella nostra regione. Solo i superficiali e i faziosi possono liquidarla in maniera semplicistica e frettolosa. Non era e non è semplice invertire una tendenza negativa in una terra come la nostra. Noi ci stiamo provando e ci stiamo riuscendo.
Abbiamo imboccato la strada giusta. Vedremo quali saranno i risultati. La bacchetta magica, è chiaro, non ce l’ha nessuno.
Nessuno può considerarsi un re Mida, però l’opera paziente, determinata, con la quale noi stiamo fronteggiando una realtà difficile, frutto di un lungo periodo di accumulo di mancate risposte da parte dello Stato e da errori e distorsioni gravi che hanno determinato nella vita della Calabria una condizione di gravità e di accumulo dei guasti.
Noi abbiamo affrontato il percorso con fatica e determinazione e andremo avanti su questa strada, cancellando antichi vizi e vecchi atteggiamenti.
Ciò ha messo in discussione anche un modo di affrontare le questioni e i rapporti politici. Abbiamo dato vita ad una giunta tecnica non per offuscare la credibilità della politica, ma per ridare ad essa una funzione alta e lo abbiamo fatto con grande serietà e sobrietà”.
“Questa –ha sottolineato Oliverio– è una esperienza che si realizza nel vivo di una crisi che non riguarda solo il Pd, ma l’intero sistema politico. Il 4 marzo si è aperta una nuova stagione politica. Commette un grave errore di prospettiva chi pensa che il presidente della Regione si possa condizionare attraverso le sfide e i soliti ritornelli. Io, le sfide, qualsiasi connotazione esse assumano, le rimando al mittente perché ho sempre concepito il mio mandato come un servizio alla Calabria e ai calabresi.
Se coloro i quali che sono stati indicati dai cittadini per sostenere questo mandato decidono di ritirare la loro fiducia nei miei confronti, non è la fine del mondo.
Si ritorna agli elettori e ad essi si affida la nuova scelta. L’Aula, in tal senso, è sovrana. Io ho chiesto agli elettori un mandato per governare per l’intera legislatura. Nel momento in cui mi si farà prendere atto, con atti e documenti formali, che non ci sono più le condizioni per andare avanti, non esiterò neanche un minuto a mettermi da parte, né farò finta di “riaprire le trattative”.
“Una tale possibilità, tranquillizzo tutti sin da ora -ha concluso Oliverio- non esiste. Io sono fatto così”.