Il dibattito pubblico di queste settimane sulle vicende sanitarie e politiche ha distolto l’attenzione da questioni altrettanto importanti, su cui riteniamo sia necessario puntare i riflettori.
È il caso della misura definita ‘Decontribuzione Sud’, che può davvero rappresentare una grande opportunità di rilancio e di riscatto per il Mezzogiorno, a condizione che diventi un provvedimento strutturale e di lungo periodo”. Lo afferma il consiglio direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Reggio Calabria, presieduto da Umberto Barreca, che sottolinea “il valore dell’agevolazione contributiva a favore dell’occupazione nelle aree svantaggiate del Paese. Si tratta di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali al 30% per i dipendenti, che abbatte il cuneo e dà respiro agli imprenditori, soprattutto ai giovani che hanno avviato da poco progetti produttivi”.
Il direttivo presieduto da Barreca prosegue: “Come Gruppo giovani non abbiamo mai lesinato critiche ai governanti di turno, compreso l’esecutivo nazionale in carica, che sta dimostrando lacune anche nella delicatissima gestione della pandemia. Limiti che, come sottolineato dal presidente Bonomi, rendono necessaria una responsabilizzazione a tutti i livelli per non sprecare l’occasione unica di Next Generation-EU. Tuttavia, la ‘Decontribuzione Sud’ non è solo una misura che promuoviamo pienamente, ma anche l’inizio di una strada che va percorsa il più a lungo possibile, se necessario anche per i prossimi dieci anni. Solo se questa misura diventerà strutturale si potranno avviare a soluzione alcuni degli atavici problemi del Sud come la desertificazione industriale e la fuga dei cervelli”.
Il GGI di Confindustria Reggio Calabria esprime “la speranza che i lavori parlamentari per prolungare la decontribuzione Sud abbiano esito positivo. Un impegno del quale dobbiamo dare atto al ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano. Oggi – proseguono i giovani imprenditori – siamo nel mezzo di una pandemia, ma una classe dirigente avveduta, a tutti i livelli, deve avere la capacità di trasformare le crisi in opportunità. E una di queste è il cosiddetto ‘southworking’ di cui tanto si parla, con decine di migliaia di cittadini del Mezzogiorno che, attraverso lo smart working, sono tornati a vivere fisicamente, anche se solo per alcuni mesi, nelle loro regioni di provenienza, trasferendo una parte della ricchezza che producono al Sud. È una chance di riscatto più unica che rara che dobbiamo saper cogliere”.
In questo quadro, i Giovani imprenditori reggini auspicano “che anche gli attori istituzionali locali, dalla Regione alla Città metropolitana fino ai Comuni, possano … contribuire alla Decontribuzione, consentendo a tanti imprenditori e a tante aziende di abbattere il costo del lavoro e aumentando così l’attrattività del territorio in maniera esponenziale per tanti investitori. È questa la risposta – conclude il GGI – che serve per assestare un colpo mortale alla ‘ndrangheta, un fenomeno odioso, che ripudiamo e che può essere contrastato soprattutto in un modo: dando ai giovani opportunità di lavoro onesto senza dover per forza emigrare”.