Il problema, condiviso pressoché unanimemente dalla gran parte delle componenti politiche e sociali, ma anche dalla maggioranza dell’opinione pubblica del Paese, è che i livelli di reddito reale, quelli cioè che possono garantire una vita dignitosa alle famiglie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, sono totalmente inadeguati.

Oggi, più che in altri momenti del recente passato, i salari reali in Italia continuano a decrescere, anche per la totale mancanza di una concreta idea di sviluppo e di rilancio del sistema produttivo, avendo scelto questo Governo di privilegiare le rendite di posizione a discapito delle fasce più deboli dei cittadini italiani.

questo Governo non solo non ha una idea di sviluppo, ma non sostiene la contrattazione collettiva, ha deciso di non detassare i futuri aumenti contrattuali, depotenzia il sistema sanitario pubblico e l’istruzione pubblica e non ha alcuna capacità, o forse volontà, di mettere in campo politiche industriali che possano dare risposte alle tante crisi aziendali.

In un contesto nazionale di tale genere, si inseriscono i moltissimi problemi della nostra regione che, al di là degli annunci roboanti, continua ad essere la regione più povera d’Europa, con un tasso di occupazione al 44%, il più basso del Mezzogiorno, e con una occupazione femminile al 32.6%, circostanza quest’ultima che pone un vero problema di emancipazione e di libertà delle donne.

La Calabria, nonostante le risorse europee e quelle del PNRR, non è riuscita a fare quel salto di qualità sociale che tutti si aspettavano e, viceversa, il divario con il resto del Paese si allarga sempre di più. Per queste ragioni, e molte altre ce ne sarebbero, invitiamo lavoratori e lavoratrici a scioperare il prossimo 29 novembre e a scendere in piazza a Cosenza, per rivendicare con forza un’altra idea di Paese ed una Calabria diversa, che metta finalmente al centro delle proprie politiche le persone con la loro dignità ed i loro diritti.

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