Nella seduta di venerdi 27 settembre scorso, la Giunta regionale ha affrontato, su impulso del Presidente, il tema della rotazione dei dirigenti prevista dal Piano regionale per la prevenzione dell’anticorruzione al 30 settembre 2019, rilevando che essa avrebbe avuto significativi effetti sull’azione amministrativa in considerazione del fatto che essa interviene nello scorcio temporale di fine anno.
Ciò in considerazione del fatto che, com’è emerso in occasione dell’ultimo tavolo di verifica sull’andamento della spesa comunitaria, è assolutamente necessario addivenire ad un’accelerazione delle procedure di spesa volta al raggiungimento del target prefissato entro fine anno, al fine di scongiurare la perdita di risorse economiche.
Per altro verso, la rotazione impatterebbe indirettamente anche sul Bilancio regionale, essendo in essere una fase delicata d’interlocuzione con la Corte dei Conti sulla parifica del rendiconto 2018, oltreché in relazione alle procedure dei Tributi, sulla corretta notificazione delle cartelle ai contribuenti.
Il Presidente ha tenuto poi ad evidenziare un altro aspetto della vicenda sottolineando come, diversamente dalle passate stagioni in cui nel corso di fine legislatura ci si affrettava a promuovere o a sistemare in posti chiave dell’organizzazione burocratica i dirigenti “più vicini” all’Amministrazione, stavolta uno degli elementi che spinge fortemente sul piano politico a procrastinare il termine della rotazione dirigenziale è l’esatto contrario. E’, cioè, la consapevolezza che a distanza di pochi mesi dalla tornata elettorale regionale, sia eticamente scorretto e controproducente da un punto di vista organizzativo metter mano all’organigramma della dirigenza secondo la visione dell’attuale esecutivo.
Per tutti questi motivi il Presidente, con una nota, ha investito della problematica la Responsabile regionale dell’anticorruzione, chiedendole di stabilire un “adeguato differimento del termine di rotazione” (che, comunque, non potrà essere che di pochi mesi) invitandola al contempo ad interloquire con l’ANAC “al fine di esplicitare le ragioni oggettive e d’interesse pubblico che inducono alla predetta modifica”.