“In una realtà come quella calabrese, già fortemente provata da una crisi economica e occupazionale che si attesta ben al di sopra della media europea, la ‘ndrangheta inquina il libero mercato, allungando i suo tentacoli nei già risicati spazi a disposizione dell’imprenditoria legale”.
Ad affermarlo è il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Reggio Calabria, guidato dal presidente Samuele Furfaro, a seguito dei recenti fatti di cronaca che hanno interessato la città dello Stretto.
“Occorre nuovamente e con forza, quindi, marcare un confine – affermano i giovani imprenditori reggini – tra le forze sane della città e ogni ambito criminale, ripudiando con le parole, ma soprattutto con i fatti, la ‘malapianta’ e la cosiddetta ‘zona grigia’. In questa direzione, bene ha fatto Confindustria Reggio Calabria, su input del presidente Giuseppe Nucera, a intraprendere il percorso verso la costituzione di uno sportello antiracket, operando in stretta sinergia con l’Ufficio Territoriale del Governo di Reggio Calabria che si conferma un interlocutore attento e disponibile al dialogo e al confronto”.
Secondo i giovani industriali dell’associazione di via del Torrione, gli imprenditori in questa partita giocano un ruolo fondamentale.
“Come auspicato dal procuratore vicario di Reggio Calabria Gaetano Paci, occorre denunciare e segnalare ogni forma di illegalità alle istituzioni e alla magistratura, scansando la paura e – evidenzia il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Reggio – rinunciando ai propri egoismi e interessi personali, in favore del bene comune. La spinta repressiva delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria contro il fenomeno che opprime la nostra terra non può rimanere isolata.
Per realizzare un vero e proprio cambiamento serve che ognuno di noi scelga, quotidianamente, la strada della legalità. In altre parole, si sente – spiegano i giovani imprenditori dello Stretto – il bisogno di un vero e proprio risveglio culturale, capace di animare la coscienza civica di ciascuno.
Come ‘la goccia scava la roccia’, i nostri ‘no’ potranno perforare, giorno dopo giorno, il sistema malavitoso che si nutre di corruzione e accondiscendenza. Quello stesso sistema che esclude dal mercato l’imprenditoria legale, inquinando il tessuto economico della città di Reggio Calabria e della regione”.
Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Reggio esorta la classe imprenditoriale sana del territorio, dunque, a instaurare una collaborazione sempre più proficua con le forze dell’ordine nell’interesse collettivo.
“Oggi più che mai, si registra una vicinanza da parte della magistratura nei confronti degli operatori economici e dei cittadini perbene che operano in questo territorio e che rappresentano la stragrande maggioranza. In questo senso, la denuncia – concludono – rappresenta un’arma ancora più rilevante da utilizzare contro ogni sopruso perpetrato dalla ‘ndrangheta”.