Con il timore che la rivoluzione tecnologica di 4.0 “si possano perdere migliaia posti di lavoro” nelle imprese “mai come oggi è al centro la persona, con le sue capacità, e dando un valore fondamentale a competenze e merito, ed alla formazione”, dice il presidente della Piccola Industria di Confindustria, Carlo Robiglio, che avverte”:
“Uno dei nostri problemi non è tanto la fuga dei cervelli ma il fatto che nei prossimi 5 anni le nostre imprese ricercheranno 469mila figure tecniche e probabilmente non le troveranno”. Serve “quindi attenzione agli Its”, gli istituti tecnico scientifici.
“Una famiglia preferisce un figlio laureato piuttosto che valorizzare percorsi come gli Its”, avverte il leader della Piccola Industria: “Dobbiamo sostenere la formazione che possono garantire gli Its, magari dandogli anche un appeal: chiamiamoli Smart Academy, diamo un valore di comunicazione che non c’è, ma mettiamo al centro della nostra attenzione l’elemento della formazione tecnico scientifica”.
Tra Industria 4.0, formazione di nuove competenze, opportunità di creare lavoro, come Paese industriale “se non vogliamo perdere il nostro secondo posto europeo e settimo al mondo dobbiamo lavorare su questi elementi.
Altrimenti è prova provata che nei prossimi anni in Italia non avremo le competenze che serviranno per lavorare nelle aziende”.
Confindustria stima che nei prossimi 5 anni le aziende avranno la necessità di assumere 469mila tecnici, superperiti e laureati in materie ‘stem’ ( Science, Technology, Engineering and Mathematics) di cui 264mila operai specializzati.