«Lo Stato deve scavare a fondo sull’omicidio di Soumayala Sacko e il ferimento di Madiheri Drame e Madoufoune Fofana presso l’ex fornace “La tranquilla” di San Calogero, nel Vibonese, per accertare se nella vicenda vi sia, come pare probabile, il coinvolgimento della ‘ndrangheta, che in quella provincia ha risapute radici e ramificazioni».
Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5s Paolo Parentela, Giuseppe d’Ippolito, Dalila Nesci, Riccardo Tucci e Nicola Morra, che alla Camera e al Senato presenteranno subito un’interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per chiedere di quali elementi disponga a riguardo e che cosa risulti in merito alla presenza sul posto dell’indiziato Antonio Pontoriero, che sembra presidiasse da furti l’ex fornace in cui per l’inchiesta ‘Poison’ della Procura di Vibo Valentia, nell’ambito della quale è indagato un suo parente, sarebbero state intombate 130mila tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi provenienti dall’Enel di Brindisi, Priolo Gallo (Sr) e Termini Imerese (Pa).
Nel settembre 2017 Parentela interrogò l’allora ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, per conoscere soprattutto «lo stato d’inquinamento ambientale» di tutta la zona interessata e le iniziative di competenza «a tutela della salute»nelle aree coinvolte, con risposta del 23 marzo scorso in cui è attestata «una situazione di pericolo», stando agli esami di laboratorio disposti dalla magistratura, e la richiesta di un finanziamento straordinario alla Regione, per la bonifica, da parte del Comune di San Calogero.
«La ‘ndrangheta – concludono i parlamentari 5stelle – è il cancro della Calabria, spesso resa terra di nessuno, luogo di sfruttamento che non guarda al colore della pelle e teatro di sangue umano che chiede unità e giustizia. Per questo il presidente della Camera, Roberto Fico, lunedì prossimo sarà a San Calogero, intanto a testimoniare che lo Stato è presente e reagisce».