Il dipartimento della Regione Calabria Tutela della salute potrebbe avere il suo dg nella persona di Francesco Bevere, già direttore generale della Programmazione sanitaria nazionale e adesso di Agenas».
Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, della commissione Sanità, che commenta: «Se ciò avvenisse, come si mormora nei corridoi di palazzo, verrebbe confermata la colonizzazione della sanità calabrese da parte della solita burocrazia “romana”. Sarebbe l’ennesima sconfitta per tutta la Calabria, atteso che sub-commissario per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale fu Andrea Urbani, già revisore dei conti di Agenas e oggi capo della Programmazione sanitaria nazionale».
«Di Bevere – rammenta il deputato del Movimento 5 Stelle – ricordo che da capo della Programmazione sanitaria nazionale chiese alla Regione, con una nota del 12 agosto 2011, di inviare copia degli atti aziendali, adottati ed in via di adozione, anche delle strutture private insistenti sul territorio regionale, al fine di verificarne la compatibilità con gli indirizzi previsti nel Programma operativo in corso».
«Ciò – specifica il parlamentare M5S – malgrado nessuna legge prescrivesse, e prescriva, ai privati accreditati di redigere l’atto aziendale. All’epoca titolari di cliniche private e addetti ai lavori ebbero un sussulto, rispetto a tale assurda e risibile richiesta. A ciò si aggiunga che Bevere pretenderebbe, come trapela anche da fonti giornalistiche, una maggiorazione di stipendio, che nel caso non troverebbe alcuna giustificazione normativa.
Ai dirigenti regionali nessuno può dare ulteriori prebende e magari, come indennità aggiuntiva, bottiglie di vino di Cirò, barattoli di ‘nduja di Spilinga, torroni di Bagnara o pitte ’mpigliate di San Giovanni in Fiore». «La sanità calabrese – conclude Sapia – ha bisogno di dirigenti stabili e lontani dai circuiti di palazzo che ben conosciamo, non di turisti strapagati con i soldi dei cittadini. La presidente Jole Santelli faccia come crede, ma non esiterò a denunciare alla magistratura ordinaria e contabile l’eventuale assegnazione a chicchessia di questo incarico, se fosse con stipendio maggiorato».