Sclerosi multipla: “Percorso diagnostico”, Calabria tra le prime ad attivarlo al Sud
La gestione della sclerosi multipla nella Regione Calabria” è il tema della videoconferenza – promossa da “The european house-Ambrosetti”, in collaborazione con il dipartimento regionale Tutela della salute – alla quale hanno partecipato i responsabili dei Centri regionali per la diagnosi e la terapia della sclerosi multipla, dell’Aism Calabria e dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.
Nel corso dell’iniziativa, si è anche fatto il punto sullo stato dell’arte dell’implementazione del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) della Regione Calabria.
IL PERCORSO DIAGNOSTICO
«La Calabria – è scritto in una nota del dipartimento – è tra le prime Regioni del Sud Italia che, nel 2017, ha attivato il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per la sclerosi multipla. Il documento, elaborato e approvato in appena un anno, è nato dalla stretta collaborazione tra i rappresentanti del dipartimento Tutela della salute della Regione, i centri clinici (oltre ai neurologi, una farmacista ospedaliera e un fisiatra) e le associazione dei pazienti».
«Il Pdta – è spiegato – si compone di 13 capitoli e si caratterizza per un modello di integrazione tra ospedale e territorio e tra ambito sanitario e sociale. L’obiettivo è quello di disciplinare tutti gli aspetti della patologia, dalla diagnosi al follow-up, compresi gli aspetti che, pur non riguardando direttamente la sfera diagnostico-terapeutico-assistenziale, incidono sulla qualità della vita dei pazienti. Il documento presta particolare attenzione ai protocolli speciali per le forme pediatriche di sclerosi multipla e agli accertamenti medico-legali, per i quali si recepisce integralmente la “Comunicazione tecnico scientifica per l’accertamento degli stati invalidanti correlati alla sclerosi multipla”, redatta da Inps e Aism, e si prevede la presenza di un referente Aism alle visite medico legali in affiancamento alle persone con sclerosi multipla, se richiesto dalle stesse».
L’INCONTRO
«La riunione – è scritto nella nota – ha consentito uno scambio di esperienze tra i vari Centri e il dipartimento regionale Tutela della salute – settore “programmazione dell’offerta ospedaliera e sistema delle emergenze urgenze”; uno scambio che ha permesso di accelerare il processo di implementazione e di aggiornamento del Pdta già in atto, alla luce delle evidenze emerse e delle esigenze dei cittadini e dei pazienti della regione. Si è discusso anche del rafforzamento dei servizi di riabilitazione; dell’adeguamento delle modalità di prescrizione dei farmaci, al fine di garantire un accesso alle terapie sempre più sicuro e uniforme; dell’avviamento di un’importante campagna di informazione e comunicazione per sensibilizzare, oltre ai pazienti, i professionisti del territorio sull’attività dei centri e sulla realizzazione di un sistema di sorveglianza epidemiologica per la sclerosi multipla, attraverso la costruzione di un Registro regionale di patologia».
«Il quadro delineato durante il vertice – si riporta ancora – premia lo sforzo collegiale degli ultimi anni come dimostrano, ad esempio, il progressivo miglioramento della mobilità passiva, che nel 2019 si attesta al 20,5%, e soprattutto il crescente coinvolgimento dei centri spoke nella rete regionale. Clinici e pazienti concordano, inoltre, sulla necessità di implementare i servizi di telemedicina, di cui la pandemia ha accelerato la diffusione ed evidenziato le potenzialità, al fine di migliorare sia il rapporto tra medici che il rapporto medico-paziente, specialmente a vantaggio delle persone residenti più lontano dai centri per la sclerosi multipla».