“La pedagogia di Gerardo Sacco: dalla mano alla testa al cuore” è il titolo del seminario che si è tenuto questa mattina, alla presenza del maestro orafo e di Mario Caligiuri, docente dell’Università della Calabria, dove dirige anche il Master in Intelligence, presso i locali dell’ateneo calabrese. Alla lezione di Gerardo Sacco hanno assistito, incantati, decine di studenti che, con grande attenzione, hanno ascoltato la sua storia: dai primi gioielli ispirati al suo mare, alle grandi star internazionali, passando per le collaborazioni con i giganti del cinema e del teatro mondiale, come Franco Zeffirelli.

L’incontro è stato fortemente voluto dal professor Caligiuri, legato a Gerardo Sacco da un sentimento di profonda stima e amicizia. In sede di presentazione del Master, Caligiuri ha spiegato: “La pedagogia deve aggiornarsi per restare rilevante, non solo nella trasmissione della conoscenza, ma anche come baluardo contro le sfide che l’Intelligenza Artificiale pone alla società contemporanea. È una pedagogia che si fa difesa, integrando linguaggi e discipline per proteggere l’essenza stessa della comprensione umana”. Secondo Caligiuri, “La sfida dell’educazione nell’epoca dell’IA richiede una pedagogia sconfinata, capace di andare oltre gli schemi disciplinari convenzionali”.

“Non smetterò mai di ripetere – commenta Gerardo Sacco – che incontrare i ragazzi rimane un grande orgoglio per me, soprattutto pensando a quello che è stato il mio percorso di vita e professionale. Ringrazio di cuore il professor Caligiuri e l’Unical per avermi coinvolto in questo importante seminario. I ragazzi vivono in un’epoca davvero particolare, in cui destreggiarsi tra la valorizzazione della tradizione e l’innovazione tecnologica, soprattutto pensando all’intelligenza artificiale, non è facile. Allo stesso tempo, questa rappresenta per loro una grandissima opportunità, capace di esaltare il loro genio creativo, se studiata e applicata nei modi corretti. All’inizio ero un po’ scettico, ma lavorando ogni giorno fianco a fianco con i miei ragazzi in laboratorio, dove tradizione e innovazione tecnologica si completano dando vita a opere davvero incredibili, ho toccato con mano le grandi possibilità che si vengono creare. Poi, è ovvio: a fare la differenza è sempre la mano e il cuore dell’uomo”.

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