Le parole del boss Pantaleone Mancuso, intercettato nel corso di alcuni colloqui in carcere, meritano ampia riflessione e una forte condanna da parte di istituzioni e cittadini. Le minacce alla dottoressa Marisa Manzini, magistrato esemplare e simbolo di antimafia, sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare e che ci richiama alla forte unione a difesa di un magistrato che ha dedicato la sua vita a sconfiggere le mafie e che rischia la sua stessa vita quotidianamente per difendere la democrazia e la legalità in una terra che ha deciso di ribellarsi alle logiche mafiose e criminali.
Alla dottoressa Manzini va tutta la mia solidarietà e quella della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria che ho l’onore di presiedere». È quanto si legge in una nota del consigliere regionale Arturo Bova, presidente dell’organismo regionale antimafia.
«Negli ultimi giorni – sottolinea Bova – abbiamo letto sulle cronache anche un’altra notizia che desta forti preoccupazioni per le implicazioni che ne conseguono: l’accusa rivolta dall’on. Enza Bruno Bossio al procuratore Nicola Gratteri, addirittura accusato di aver bloccato la ricandidatura di Mario Oliverio a presidente della Regione Calabria. Atteggiamenti come questo sono pericolosissimi perché rischiano di minare nelle fondamenta la credibilità delle istituzioni e di incrinare ancor di più il delicato rapporto fiduciario che lega i cittadini alla magistratura e alla politica. Dichiarazioni come questa, per giunta rivolta all’indirizzo di uno dei massimi esponenti della magistratura, amatissimo dagli italiani, che con le sue indagini e le brillanti operazioni antimafia ha conquistato la stima indiscussa del mondo intero, rischiano di ledere quello spirito di legalità e democrazia diffuse che, invece, va protetto e alimentato. I magistrati svolgono quotidianamente un lavoro difficile e pericoloso e quando portano avanti delle indagini lo fanno a difesa della legge e della Costituzione, senza guardare al colore politico e alle logiche di bassa politica. È il momento, per noi tutti, cittadini e amministratori pubblici, di fermarsi e di porsi a difesa della magistratura. Abbiamo il dovere di farlo, oggi più che mai”.