La cosiddetta Questione Meridionale, ad oggi evidentemente irrisolta, non si riflette soltanto nei livelli di crescita economica (una forbice sempre più larga con il Nord) o nella qualità dei servizi (sanità, trasporti, burocrazia). Sembra anche emergere una incapacità a comunicare il disagio, le esigenze e i bisogni reali della società meridionale in tutta la sua complessità.
Chiuso nella gabbia di atavici stereotipi culturali, il Sud è senza voce”. Questo l’incipit che gli organizzatori hanno individuato nel presentare l’iniziativa in programma giovedì 27 giugno alle ore 21 a Soverato. Sarà il Bounty, sul Lungomare Europa, ad ospitare un incontro pubblico, organizzata a conclusione di un percorso formativo promosso da Confesercenti Catanzaro, Cescot e Naturium Lab-Experience. “Perché il Sud è senza voce” non è una domanda ma un titolo in senso affermativo, una presa d’atto, l’essere consapevoli di un dato di fatto. Ed è il tema che caratterizzerà un dibattito a più voci.
Dopo il saluto iniziale di Emanuele Amoruso, consigliere comunale delegato alla Cultura, e di Francesco Chirillo, presidente di Confesercenti Catanzaro, sarà una riflessione più generale sul libro edito dalla Rubbettino “Introduzione alla società della disinformazione” di Mario Caligiuri a dare il via alla discussione.
Interverranno: Bernard Dika, già presidente del parlamento regionale degli studenti della Toscana e Alfiere della Repubblica Italiana; Federica Roccisano, economista, già assessore al Lavoro della Regione Calabria; Gregorio Staglianò, giovane storico impegnato con la Rai nel programma “Passato e Presente”; Maria Antonietta Sacco, consigliera comunale di Carlopoli, eletta nel 2017 vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico. Coordinerà i lavori Francesco Pungitore, giornalista professionista esperto in comunicazione e social media che, con Bernard Dika, ha tenuto la docenza del corso.