Le assunzioni a tempo indeterminato relative ai lavoratori impegnati in attività di pubblica utilità, di cui all’articolo 1, comma 446, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, sono effettuate anche in deroga, in qualità di lavoratori sovrannumerari, alla dotazione organica e al piano di fabbisogno del personale, nei limiti delle risorse già disponibili a legislazione vigente presso le regioni.”
Così recita il comma 2-bis della legge di conversione del Decreto Legge n. 44 del 1 aprile 2021 approvata anche al Senato con interventi di modifica che hanno riguardato anche i Lavoratori precari provenienti dall’ex bacino LSU/LPU della Calabria.
Un risultato tutt’altro che scontato, frutto di un’azione sindacale senza fine che ha visto tutte e tre le Sigle confederali impegnate in prima linea assieme alle Federazioni di Categoria del pubblico impiego e dei Lavoratori atipici con proposte di emendamenti da inserire nei veicoli normativi in corso di approvazione e con una trama di fittissime interlocuzioni con i vari esponenti della deputazione parlamentare calabrese, che a vario titolo si sono spesi in questa ventennale vertenza.
Una storia che si conclude, dunque, a lieto fine si potrebbe dire ma ancora manca qualche passaggio prima di mettere in definitiva sicurezza questo bagaglio umano che ha attraversato la tempesta di un precariato lungo una vita e che vede certamente una salvezza ma su una scialuppa troppo piccola per garantire una dignitosa sopravvivenza alle intemperie e alle onde lunghe della vita. Troppo esiguo è, infatti, per molti di questi Dipendenti il numero di ore previsto dai contratti di lavoro che i Sindaci calabresi hanno voluto o potuto garantire. Talmente limitato da non assicurare neppure quelle tutele fondamentali che stanno alla base dei diritti riconosciuti dal nostro Ordinamento giuridico.
Per questo l’azione che dovrà caratterizzare il nostro impegno dovrà concentrarsi adesso, innanzitutto sulla trasformazione dei rapporti di lavoro degli ultimi 600 ex LPU da tempo determinato a tempo indeterminato e contestualmente nello sforzo di rinvenire nelle pieghe dei bilanci dei singoli Enti le risorse necessarie a un graduale ma assolutamente necessario incremento orario. Impegno che non ci spaventa sicuramente, visto il lungo e tortuoso tragitto percorso per arrivare a quest’ultimo passaggio normativo, che corona una lotta sindacale durata un ventennio e che ha visto la CISL protagonista fin dal primo momento! Al fine di chiudere con pieno successo tutta la partita si ritiene necessario, dunque, attivare immediatamente un Tavolo di confronto presso il competente assessorato regionale della Calabria.