Foto di repertorio

Ci sono troppi cinghiali che spadroneggiano in città e campagne, mettono a rischio la sicurezza delle persone, causano incidenti stradali con morti e feriti, devastano i raccolti e sono potenziali diffusori di malattie come la peste suina.

Da una indagine Coldiretti/Ixè emerge che quasi tutti i cittadini ritengono che ormai la presenza  degli ungulati è eccessiva.

Infatti, è una delle specie più endemiche che ha più che raddoppiato la propria popolazione negli ultimi dieci anni.

Li troviamo ormai dappertutto dichiara Coldiretti:  nelle aree urbane dove sono arrivati a invadere vie e giardini pubblici, alla caccia di cibo in mezzo ai rifiuti. Una escalation che purtroppo in Italia– spiega la Coldiretti – dall’inizio del mese ha già provocato 3 vittime in due incidenti stradali causati dallo scontro di auto con questi animali selvaggi apparsi all’improvviso nella notte che non hanno lasciato scampo agli automobilisti.

I cinghiali sono una specie ad alta mobilità in grado di percorrere grandi distanze e anche di attraversare i fiumi per spostarsi da un territorio all’altro alla ricerca di aree da saccheggiare. I cinghiali raggiungono fino a 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti.

Insomma, si ha anche paura  e molti cittadini non prenderebbero addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite  – sostiene Coldiretti – la maggioranza delle persone intervistate pensa che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero. La Coldiretti riferisce altresì che la  gestione della fauna selvatica, è stata al centro di una interrogazione parlamentare a cui ha risposto il Sottosegretario del MIPAAF l’Abbate in Senato.

Il sottosegretario ha spiegato, che le Regioni possono predisporre adeguati piani di abbattimento selettivi distinti per sesso e classi di età, secondo quanto previsto dalla legge 248/2005 e sentito il parere dell’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. In ragione anche di ciò poiché la popolazione degli ungulati è eccessiva– conclude Coldiretti –chiediamo alla Regione Calabria di adoperarsi a provvedere in tempi rapidi con adeguati piani di gestione.

 

 

 

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