La regionalizzazione della gestione del Fondo di Garanzia per le PMI è stata controproducente. In teoria avrebbe dovuto incentivare l’accesso al credito delle imprese attraverso l’intermediazione dei Confidi, ma dove è stata applicata i finanziamenti in controgaranzia non solo non sono aumentati, ma sono diminuiti. I costi per le imprese invece sono lievitati, così come i tempi di erogazione. Per questo riteniamo non solo giustificato, ma di grande importanza per le imprese l’intervento previsto nel DL Crescita.

Così Confesercenti commenta gli interventi sul Fondo di Garanzia previsto nel DL Crescita mirati a conservare una gestione ‘accentrata’ a livello nazionale del Fondo.

Il credito è un volano fondamentale per la crescita del Paese, ed è ancora in sofferenza. Per favorirne la ripresa, è indispensabile che le micro, piccole e medie imprese possano usare liberamente tutti gli strumenti esistenti. Permettere alle Regioni, attraverso la Lettera ‘R’ della Riforma Bassanini, di mettere un tetto massimo ai finanziamenti e di obbligare le imprese a rivolgersi ai Confidi è un incentivo che non incentiva: è del tutto evidente che introdurre l’obbligo di intermediazione da parte di un terzo soggetto non può che allungare i tempi e incrementare i costi dei finanziamenti.

I dati del Fondo Centrale relativi alle Regioni che hanno deciso di usare la Lettera R confermano la nostra analisi. In Abruzzo si sono persi circa 3 milioni di euro di finanziamenti controgarantiti. In Toscana, dove i Confidi hanno un accesso esclusivo al Fondo fin dalla sua costituzione, solo negli ultimi due anni (2017-2018) i finanziamenti sono diminuiti del 20%, mentre l’importo medio erogato è a poco più di 71mila euro, uno dei valori più bassi d’Italia. Nella regione Marche, gli importi medi finanziati con controgaranzia sono scesi da 66mila al 56milaE nel Lazio solo il 13% i finanziamenti in controgaranzia sono appena il 10% del totale. L’intervento contenuto nel DL Crescita permetterà dunque di rimuovere uno dei principali ostacoli all’utilizzo diretto del Fondo Centrale di Garanzia da parte delle imprese, dando un aiuto concreto contro la persistente scarsità di credito: dal 2011 ad oggi quello per le imprese è calato di oltre il 23%, circa 228 miliardi di finanziamenti andati in fumo.

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