Ai nuovi calabresi dobbiamo dare casa, dignità e la nostra confidenza, la nostra familiarità. Bisogna entrare nelle loro case e farli entrare nelle nostre. Solo così riusciremo a costruire. Mi auguro che questo sia l’inizio di una nuova politica sociale».
Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, nel corso di un incontro su immigrazione e accoglienza, che si è svolto nella sala consiliare del Comune di Taurianova, al quale ha partecipato anche il capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, il prefetto Michele di Bari.
Nel corso del vertice, sono stati affrontati diversi temi, tra cui l’apertura del Centro di permanenza per il rimpatrio di Oppido Mamertina; il protocollo tra Regione Calabria e Prefettura per la gestione di un nuovo Centro di ospitalità per i migranti regolari della tendopoli di San Ferdinando, che dovrebbe essere sottoscritto a breve; la situazione dei migranti nella Piana di Gioia Tauro e i relativi interventi in corso, tra cui il progetto Supreme (titolarità mista Regione Calabria/ministero del Lavoro). All’incontro hanno preso parte anche l’assessore regionale alle Politiche sociali, Gianluca Gallo; il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani; il dirigente regionale del settore Immigrazione, Edith Macrì; i sindaci di Gioia Tauro, San Ferdinando e Oppido Mamertina, Aldo Alessio, Andrea Tripodi e Bruno Barillaro; il sub-commissario prefettizio di Rosarno, Maria Luisa Tripodi.
«ESSERE BUONI, NON BUONISTI» «Uno dei miei crucci – ha detto ancora Spirlì – è lo stato di benessere dei calabresi e di chi in Calabria ci viene a vivere e a lavorare. Le porte sono aperte per chiunque arrivi con i documenti in ordine e con la voglia di mettersi a lavorare. È di ieri l’ordinanza che impone il rispetto dell’orario di pausa nelle ore calde per i lavori agricoli, ordinanza necessaria perché, purtroppo, i controlli non funzionano e ne servirebbero sempre di più». «Con il ministro Lamorgese – ha aggiunto il presidente – siamo distanti politicamente, ma convergiamo sulle buone pratiche che danno risposte. Fare i buonisti è il peggiore dei peccati che porta a commettere i peggiori tra i reati. Dobbiamo cominciare a essere buoni, non buonisti: e i buoni sono quelli che rispettano le regole».
«DARE CASA E LAVORO» «Se parliamo di accoglienza – ha proseguito il presidente – non possiamo non ringraziare chi viene a lavorare nelle nostre terre, ma dobbiamo mettere queste persone nelle condizioni di essere pagati adeguatamente e di avere una casa. È un’operazione che dobbiamo fare insieme. Nella Conferenza Stato Regioni, per la prima volta, la Regione si è resa disponibile a presiedere la commissione Politiche sociali, perché sapevamo che, in questo settore, c’era una falla. Oggi, ricominciamo da zero e con una medaglia sul petto: il fatto che siamo disponibili a collaborare con tutti, ma a patto che sia vera politica di accoglienza, senza bracci di ferro per tenere posizioni partitiche. Mi auguro che questo sia l’inizio di una nuova politica sociale».
DI BARI: «FARE SISTEMA» «Questo incontro – ha dichiarato di Bari – ha la forza di unire le energie: è programmatorio, ma non solo. Il fenomeno immigrazione è multidisciplinare, nessuno ha una soluzione univoca al problema. Oggi c’è la necessità di fare sistema. Noi vogliamo integrazione e inclusione. Il Cpr in Calabria è una risposta di difesa della popolazione». «Il fronte su cui prioritariamente dobbiamo fare sistema – ha aggiunto il prefetto – riguarda anche gli insediamenti abusivi. Posso dire che noi, come Dipartimento, faremo tutto il possibile e abbiamo già erogato fondi. Determinati territori non possono essere lasciati alle sole energie delle amministrazioni comunali, sono questioni che hanno bisogno di un sistema. Dobbiamo governare questo fenomeno, non mancano le risorse ma, spesso, le attività di supporto tra i vari livelli di governo». «Oggi abbiamo tre punti fermi: il Cpr che decolla grazie ai pareri del sindaco di Oppido e del presidente della Regione; il protocollo d’intesa per la gestione di un nuovo centro di ospitalità; gli interventi nei singoli Comuni per verificare – ha concluso di Bari – la possibilità di sostenere chi mostra particolare attenzione verso questi fenomeni».
GALLO: «FAVORIRE INTEGRAZIONE» «Per noi – ha sottolineato l’assessore Gallo – è motivo di orgoglio aver potuto dare esecuzione ai progetti “Supreme” e “Piu Supreme” per sbloccare risorse ferme da tempo e che ci hanno consentito di fare i bandi». «I flussi migratori vanno gestiti, soprattutto in zone a vocazione agricola. Questi lavoratori – ha concluso Gallo – vanno messi in condizione di vivere adeguatamente e di integrarsi. È necessario che tutto questo avvenga attraverso un progetto di sistema».
MARIANI: «PACCHETTO ORGANICO» «È in campo – ha affermato il prefetto Mariani – un pacchetto di interventi organico che vuole risolvere i problemi in modo concreto. Il Centro di permanenza per i rimpatri è un’iniziativa, condivisa con Regione e Comune, che serve a completare il dispositivo. Avere la possibilità di avere questa struttura agevola le attività delle forze di polizia. Inoltre, gli insediamenti spontanei vanno superati per tutelare le persone che partecipano all’economia agricola di questa regione e devono poter essere messi in condizione di vivere in modo dignitoso»
. BIASI: «INVERTITA TENDENZA» «Da molti anni – ha detto il sindaco di Taurianova Biasi –, siamo di fronte a una piaga irrisolta. Il progetto “Supreme” ci ha dato la possibilità di invertire la tendenza e di cominciare a cogliere risultati importanti: lo svuotamento delle baraccopoli e l’integrazione sociale».

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