Termina – finalmente, lasciatecelo dire senza nessun timore di essere accusati di credulità scaramantica – un anno che più orribilis è difficile immaginare e termina lasciando in dono ai Calabresi soprattutto una situazione di (mala)sanità che non ha pari in tutto il mondo definito “civile”. E ciò non è dovuto solo all’insorgere della pandemia.

La (mala)politica sanitaria in Calabria nasce nella notte dei tempi quando in corsia si assumeva di tutto – garzoni, sarti, barbieri, contadini o i loro figli, e tant’altro, con tutto il rispetto per tutte queste categorie di Lavoratori – e quando anche una iniezione doveva passare attraverso “la telefonata di un amico”. E così, negli anni, si giungeva all’inevitabile intervento di Commissari” il cui compito non era altro che quello di applicare draconiani e cervellotici “tagli lineari” il cui esito non è stato il risparmio di risorse economiche pubbliche bensì l’impoverimento dell’offerta sanitaria essenziale e l’aumento dell’emigrazione sanitaria, il che ha portato ulteriore impoverimento economico ad una terra che di tutto ha bisogno tranne che di ciò.

Poi arriva l’anno 2020 con la pandemia che vede la Calabria tra le regioni più virtuose nei comportamenti e fortunatamente tra le meno colpite dal contagio ma poi tra le più tartassate dai provvedimenti di politici, taskforzisti e disaster-manager (nel senso letterale della parola) ed Arcuri vari che, dopo essersi addormiti (come direbbero a Roma) da giugno a settembre, si svegliano e ci svegliano passandoci dalle mani di un Commissario che non conosce i contenuti del suo mandato ad uno che non ha ancora deciso quale siano i termini della pandemia ed i rimedi da adottare fino a quello che ha la moglie che è, o vi somiglia molto, una ultrà del Cosenza e quindi rifiuta di trasferirsi a Catanzaro.

E mentre costoro giocano sulla nostra pelle la crisi, allungatasi a dismisura, si fa più dura e profonda e, complici anche oscuri, ma sempre meno per la verità, disegni di alcuni signorotti della sanità privata, che però vanno benissimo a braccetto con i tanti corrotti e corruttori che allignano nei gangli della burocrazia della sanità pubblica – abbiamo ormai perso il conto delle indagini che riguardano questo settore, che certamente però pareggiano quantomeno le indagini di corruzione sui politici, e talvolta soprattutto si intersecano con esse – rischiano di divorare anche avamposti di buona sanità se non addirittura di eccellenze nazionali come è, per la chirurgia cardiovascolare, il Sant’Anna Hospital di Catanzaro che paradossalmente, lasciando immutata la situazione economica dei proprietari, rischia di trascinare nel baratro economico circa trecento Lavoratori con esperienza e professionalità di altissimo livello nonché di lasciare, nel solo immediato, diverse decine di ammalati nella disperazione più assoluta a causa del fermo delle attività e dei ricoveri decretato a far data dal 28 dicembre dagli stessi proprietari, in un assurdo braccio di ferro con l’Asl competente (sic!). Il tutto al netto della stucchevole organizzazione di passerelle inanellata da alcuni esponenti grillini e nel silenzio assoluto, o nel disinteresse, dei massimi referenti Istituzionali del Capoluogo, con la lodevole eccezione del consigliere RICCIO che ha presentato una proposta di risoluzione al Consiglio Comunale, poi sottoscritta dalla stragrande parte dei Consiglieri.

In relazione a tutto ciò la segreteria provinciale del Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore ha già dato incarico ad un pool di avvocati di esaminare i fatti e di continuare a monitorare la situazione affinchè si agisca legalmente, e con la dovuta tempestività, laddove in taluno dei comportamenti degli attori e dei responsabili dei fatti suddetti si ravvedano comportamenti omissivi o azioni dannose nei confronti dei Lavoratori dell’azienda e dei Cittadini calabresi privati dei basilari e costituzionali Diritto al Lavoro, i primi, ed alla Salute, gli altri, nonché di quelli che da qualcuno, senza poi alcun concreto riscontro reale nelle nostre contrade, pomposamente vengono definiti “Livelli Essenziali di Assistenza”.

Nel contempo, e fino alla risoluzione di questa vicenda, assicuriamo Lavoratori ed Ammalati che la nostra Comunità Militante sarà, come è successo già lo scorso giorno 28 in piazza Prefettura, al loro fianco a difesa di istanze che non hanno colore, se non il rosso della vergogna che dovrebbe inondare una classe politico-amministrativa veramente inqualificabile, né confine sociale.

Con preghiera di cortese divulgazione, cogliamo l’occasione per rinnovare a tutti gli operatori dell’informazione i più fervidi Auguri per un 2021 migliore ed all’altezza delle Vostre aspettative e desiderata.

 

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