Cittadella Regionale

Le 429 ultime assunzioni non sono affatto “nuove”.  Sono una frazione di quelle, già insufficienti, autorizzate da precedenti DCA adottati da altra gestione commissariale.

Lo fa sapere l’ufficio stampa della giunta regionale.

Il Dca 135 con cui si autorizzano 429 posti nella sanità calabrese non sono “nuove assunzioni”, per come risulta chiaramente dalle tabelle allegate al decreto ma una tardiva e parziale presa d’atto di quelle a suo tempo validate dal Tavolo di verifica: un residuo del tutto insufficiente rispetto alla drammatica situazione degli organici dei servizi sanitari calabresi.

In realtà le cosiddette nuove assunzioni sono soltanto un parziale rimedio formale  al blocco che lo stesso commissario Cotticelli aveva sancito a luglio di quest’anno, fermando tutte le procedure già avviate.

Quindi il Dca 135 è una parziale riproposizione di vecchi provvedimenti  che non può certo essere usato per fuorviare i ministeri vigilanti e per gabbare la Calabria ed i calabresi.

Le assunzioni già a suo tempo autorizzate, per altro insufficienti, sono state fermate con la poco plausibile motivazione che  tavoli romani si sono accorti di non averle “validate” solo negli ultimi mesi.

Per altro,  il personale assunto con i Dca di non validati, 763 unità, sono state compensate dalle uscite fino al primo semestre del 2019, che risultano essere ben 1151

In realtà, poiché non esistono criteri univoci per valutare i fabbisogni di personale, ma certamente è inaccettabile che la crisi gravissima della produzione di prestazioni causata dal blocco del turn over venga oggi assunta come parametro per limitare ancora le  assunzioni necessarie e non più procrastinabili.

Ci si sarebbe aspettati una ricognizione del fabbisogno di personale che partisse dei bisogni di salute dei calabresi, invece è arrivata la beffa. Altro che decreto “salva Calabria!

Ancora più inaccettabile è la previsione del decreto commissariale che con le assunzioni a tempo indeterminato ci dovrà essere una: “corrispondente riduzione delle prestazioni aggiuntive nonché contestuale risoluzione dei contratti di lavoro flessibile del personale di pari profilo professionale/posizione funzionale assunto sui relativi posti vacanti oggetto della presente autorizzazione”, una precisazione che vuole contrapporsi inopinatamente agli sforzi politico-istituzionali in corso per ridare certezze e continuità all’erogazione dei servizi ed al personale precario.

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