L’avvio a breve della campagna sperimentale di pesca della sardella – dichiara il Segretario generale della Fai Cisl Calabria, Michele Sapia – è una buona notizia che attendavamo da tempo per la pesca calabrese. Un primo passo a sostegno di un cibo prelibato e ricercato: il “caviale calabrese”, vietato per la tavola dal regolamento CE n. 1967 del 2006 e che non può essere sostituito dal pesce ghiaccio cinese.

La nota della Regione Calabria a firma dell’Assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Gianluca Gallo, fa, infatti, ben sperare per un settore che da troppo tempo sta subendo restrizioni e che oggi, a causa della pandemia, lamenta ulteriori difficoltà. Da tempo – prosegue Sapia – ribadiamo che è necessario sostenere la sperimentazione e il confronto sulla pesca in Calabria e che occorre riservare più attenzione e più ricerca per il nostro mare, un ambiente che per le sue caratteristiche non può essere paragonato ad altre zone marittime europee.

Da quanto appreso attraverso il comunicato della Regione, quello avviato è un primo importante passo in avanti per iniziare a dare risposte a un settore e, in particolare, a un segmento ittico che tradizionalmente è stato un punto forte della pesca tradizionale calabrese, quello appunto della pesca della sardella. Ci auguriamo che questo percorso sperimentale possa aiutare il comparto della pesca artigianale, tenendo conto di esigenze sia ambientali che economiche, per recuperare in tempi contenuti le conseguenze di una scelta che ha di fatto bandito un prodotto gastronomico antico e molto apprezzato anche fuori dalla Calabria.

Oggi – evidenzia Sapia – ribadiamo, tra le varie proposte riguardanti la pesca tradizionale calabrese, che è necessario continuare su questo percorso attivando, al fine di monitorare sia aspetti socio economici che ambientali, sia aspetti tecnici e biologici, un Osservatorio Regionale Permanente sulla pesca: sarebbe uno strumento importante per far giungere le eccellenze di questa antica attività calabrese nell’Europa della pesca riformata. È corretto, infatti, rispettare il regolamento europeo in materia, ma è indispensabile ritornare ad aprire un dibattito su un settore al quale spesso si riserva purtroppo scarsa attenzione, in una regione come la Calabria che vanta circa 800 km di costa, storiche realtà marinare e purtroppo sempre meno addetti.

La Fai Cisl sostiene da anni che la pesca calabrese ha bisogno di scelte e sperimentazione, ma anche di confronto regionale, utilizzando luoghi come il Tavolo Azzurro, per sostenere un settore dalle enormi potenzialità, che oggi versa in forte difficoltà, valorizzare il lavoro, le specificità calabresi e le eccellenze gastronomiche locali.

Ci auguriamo che la notizia della campagna sperimentale di pesca della sardella con la sciabica si possa tradurre nell’apertura di una nuova linea di dialogo con l’Unione Europea, così da recuperare una filiera produttiva che negli anni passati ha garantito occupazione ed eccellenze gastronomiche e che tocca da vicino molte famiglie dei borghi marinari.

Si tratta di cogliere questa nuova opportunità e di proseguire il percorso finalizzato a riportare al centro del dibattito il settore della pesca calabrese insieme a quello specifico del “caviale di Calabria”. Come non ci stancheremo mai di sottolineare – conclude il Segretario generale della Fai Cisl calabrese –, servono una nuova visione e una strategia comune di gestione del mare per ritornare a produrre occupazione e reddito».

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