Mastro Vincenzo, al secolo Vincenzo Pellicorio, ha il volto stanco ma carico di soddisfazione, “sono quasi due mesi che dormo qualche ora al giorno e nemmeno tutte le notti“, ma tutta la famiglia e i numerosi collaboratori sono stati travolti in un “tour de force” straordinario.

Non potevamo perdere questa occasione e non ci andava di scontentare i tanti estimatori“.

Certo, queste festività sono state diverse dal solito: il Covid ha segnato molte attività economiche e Mastro Vincenzo, che da anni realizza panettoni artigianali ha puntato per l’occasione tutto su questo prodotto che era già conosciuto in Calabria e anche fuori regione.

Le attrezzature da piccolo laboratorio di provincia, la sede è ad Acri (CS), alle porte dello splendido altipiano silano, sono state messe a dura prova: forni che cuocevano giorno e notte, planetarie che impastavano 24h su 24h.

È stato un crescendo. I primi panettoni sono partiti per il Nord Italia e distribuiti nei punti vendita specializzati. Molti esercenti, dopo aver testato il prodotto, in modo entusiastico hanno messo a disposizione della propria clientela dei vassoi per l’assaggio, e ogni assaggio era una vendita e, spesso, un ritorno per il riacquisto“.

Ritengo – dice ancora Vincenzo Pellicorio che il fatto che la gente sia stata costretta in casa ha fatto sì che quello che era il dolce del giorno di Natale sia diventato il dolce di tutti i giorni. Ecco perché gli ordini crescevano di giorno in giorno e, di conseguenza, le nostre notti diventavano sempre più corte“.

La versione con il pistacchio, poi, è andata letteralmente a ruba, oltre ogni più rosea previsione.

È Mastro Vincenzo a spiegarci il motivo di questo successo: “tutto l’anno produciamo pasticceria di ottima qualità ma soprattutto taralli, che ad Acri sono una tradizione. Ormai, grazie alla diffusione sui social, i taralli raggiungono numerose località italiane, e in occasione delle festività il laboratorio si converte alla produzione dei dolci tipici con qualche novità. Alla base di tutto c’è la passione, lo studio, l’attenzione per le materie prime e la squadra“.

Non siamo sorpresi come questo artigiano non si preoccupi della presenza di tanti altri panettoni artigianali in giro, visto il suo ghigno, tipico di chi conosce i segreti del commercio.

E a tal proposito, dice, “Non basta la forma del panettone basso a trasformare un panettone industriale in artigianale e neanche le curate e impreziosite scatole nelle quali sono confezionati. Più si diffondono questi e più noi abbiamo successo, avendo puntato tutto sulla trasparenza e la qualità“.

Nella sua pasticceria ci colpisce l’esposizione di torte, dal design molto accattivante, e i dolci di tutte le forme e colori.

Ma è all’assaggio che si capisce perché i suoi prodotti hanno successo.

Sono privi di qualsiasi conservante, ci rassicura Mastro Vincenzo, aggiungendo: “la cosa che mi dà più soddisfazione è vendere centinaia di panettoni a Milano, patria indiscussa di questo dolce“.

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