Nella prima parte del 2022 l’economia calabrese ha ancora beneficiato della fase di ripresa avviatasi dopo la crisi pandemica. Secondo le stime della Banca d’Italia, basate sull’indicatore ITER, nel primo semestre l’attività economica ha registrato un incremento del 4,5 per cento, dopo il netto recupero già osservato nel 2021. Tuttavia, la crescita ha rallentato nel corso dell’anno, risentendo progressivamente delle conseguenze economiche del conflitto russo‑ucraino e dell’incertezza che ne deriva.
Le nostre indagini segnalano un incremento del fatturato delle imprese nei primi nove mesi dell’anno, in parte riconducibile all’aumento dei prezzi di vendita conseguente al rialzo dei costi di materie prime, energia e gas. Nel complesso, molte aziende hanno subito una riduzione dei margini di profitto; in pochi casi si è attuata una sospensione parziale dell’attività. Gli investimenti sono rimasti su livelli modesti.
L’andamento congiunturale è risultato sostanzialmente simile tra i diversi settori. La produzione industriale ha continuato a crescere grazie alla ripresa della domanda interna ed estera. Le costruzioni sono state sostenute soprattutto dalle misure di agevolazione fiscale relative al comparto dell’edilizia residenziale, seppur in parte frenate dall’incertezza normativa e dalle difficoltà di cessione del credito d’imposta. Il terziario ha tratto vantaggio dall’andamento favorevole del comparto turistico e dalla ripresa dei trasporti.
Il mercato del lavoro calabrese ha mantenuto una tendenza positiva, soprattutto nella prima metà dell’anno. Rispetto al 2021, è tuttavia calata l’occupazione autonoma e si è indebolita la creazione di nuove posizioni a tempo determinato, che potrebbe aver risentito più rapidamente delle esigenze di contenimento dei costi di produzione e del rallentamento della congiuntura economica.
I consumi delle famiglie calabresi hanno beneficiato del miglioramento del mercato del lavoro e, più in generale, del graduale superamento dell’emergenza pandemica. L’incremento nel 2022 dovrebbe risultare tuttavia meno intenso rispetto all’anno precedente per effetto del rialzo dei prezzi. In confronto al resto del Paese, tale fattore potrebbe incidere maggiormente in regione a causa della presenza più diffusa di nuclei familiari meno abbienti, più colpiti dai rincari dei beni alimentari e dei prodotti energetici per via della composizione del loro paniere di spesa. Gli interventi governativi a favore delle famiglie hanno in parte limitato l’impatto dei rincari energetici sul potere d’acquisto, con particolare attenzione soprattutto ai nuclei familiari in condizioni di difficoltà economiche, interessati anche da un esteso ricorso al Reddito di cittadinanza.
Nel primo semestre del 2022, la crescita dei prestiti bancari alla clientela privata si è leggermente rafforzata, soprattutto per il comparto delle famiglie. Il credito al consumo e i mutui abitativi sono aumentati, riflettendo rispettivamente l’incremento della spesa delle famiglie e l’andamento favorevole del mercato immobiliare. La rischiosità del credito è rimasta contenuta, mentre i tassi di interesse a medio‑lungo termine hanno iniziato a risalire, a seguito della normalizzazione della politica monetaria. È proseguito il rallentamento dei depositi bancari delle famiglie e delle imprese; il valore di mercato dei titoli detenuti presso il sistema bancario si è ridotto, anche per effetto del calo dei prezzi delle attività finanziarie.