Il nostro grido d’allarme è stato raccolto. L’esclusione del florovivaismo dallo stop delle attività è un primo passo concreto per aiutare le 27mila imprese  ed i 100mila lavoratori del settore ad affrontare questa crisi senza precedenti”.

Così il Presidente nazionale di Assofioristi Confesercenti Ignazio Ferrante.

“Come Assofioristi avevamo subito fatto presente al governo che lo stop sarebbe stato un disastro per il settore. Ed una doppia beffa per i negozi, costretti da un lato a chiudere e dall’altro a subire la concorrenza sleale da parte di molte imprese della grande distribuzione organizzata che hanno continuato comunque a vendere piante e fiori. Lo stop ha messo in crisi anche produttori, vivaisti e aziende esportatrici, che si sono trovati costretti al fermo nel periodo peggiore: dopo l’inverno, infatti, sono stati sostenuti alti costi di gestione aziendale – dal riscaldamento delle serre alla loro illuminazione – per poter anticipare di qualche mese la concorrenza sempre più agguerrita dei prodotti provenienti soprattutto dall’Africa e dall’America Latina”.

“Ora però – conclude Ferrante – serve un sostegno mirato alle imprese florovivaistiche e ai negozi. In queste due settimane di fermo, sono andati al macero centinaia di tonnellate di piante e fiori italiane, con un danno incalcolabile. Occorre mettere a disposizione delle attività degli strumenti mirati per contribuire alla ripartenza del settore e per limitare l’impatto delle perdite subite, o le imprese rischieranno comunque di non farcela”.

 

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