Una battaglia storica della Coldiretti  che trova il dovuto riconoscimento. E’ stata infatti approvata  definitivamente dalla Camera dei Deputati  la norma contenuta nel decreto legge “semplificazioni” che estende a tutti i prodotti alimentari l’obbligo di indicare in etichetta il luogo di provenienza geografica.

“È una nostra grande vittoria che consentirà di valorizzare la produzione locale, garantire scelte di acquisto consapevoli ai cittadini e combattere il falso Made in Italy – commenta il presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto – questo significa che siamo all’avanguardia in Europa nella battaglia per la trasparenza dell’informazione  in linea con oltre l’82% dei cittadini italiani”.

Grazie all’obbligo dell’indicazione in etichetta sarà possibile conoscere finalmente la provenienza della frutta impiegata nei succhi, nelle conserve o nelle marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti fino ad ora nascosta ai consumatori, ma anche difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro.

La norma affida a disposizioni nazionali l’attuazione dell’obbligo che, sulla base del Regolamento quadro sull’etichettatura n. 1169 del 2011, tiene conto della necessità di assicurare la tutela della salute pubblica e dei consumatori, di prevenire frodi e di consentire il corretto svolgimento delle attività d’impresa sulla base di una corretta concorrenza. Sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle norme che vanno da 2mila a 16mila euro, salvo che il fatto costituisca reato. Una misura importante anche di fronte al ripetersi di scandali alimentari nell’Unione Europea dove si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno che mettono in pericolo la salute dei cittadini e alimentano psicosi nei consumi per le difficoltà di confinare rapidamente l’emergenza.

Le maggiori preoccupazioni sono proprio determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro.

“L’esperienza di questi anni – conclude Aceto – dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale e locale dei prodotti, che ora sarà giustamente esteso a tutti gli alimenti, trovando il supporto nei cittadini – consumatori  che in questi mesi hanno aderito alla raccolta firme “Stop cibo falso” promossa da Coldiretti con punti di raccolta nelle sedi Istituzionali come la Cittadella Regionale, nei mercati di Campagna Amica e in svariati luoghi di incontro dove hanno espresso la loro posizione favorevole alla battaglia di Coldiretti per la trasparenza”.

image_pdfDownload pdfimage_printStampa articolo