Con un aumento su base annuale del 4,5% vola la spesa solo nei discount alimentari. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati sul commercio al dettaglio dell’Istat relativi al 2019 rispetto all’anno precedente dalla quale si evidenzia peraltro una sostanziale stagnazione delle vendite fatta eccezione per il canale on line che balza del18,4% con una impennata del 38,3% nel solo mese di dicembre con il Natale. La tendenza al contenimento della spesa è favorita dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – un prodotto alimentare su quattro viene acquistato dagli italiani in promozione con l’obiettivo di cercare il risparmio e ridurre i costi del carrello.

 

Gli italiani – continua la Coldiretti – sempre più spesso vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount, ma anche sperimentando canali alternativi come gli acquisti di gruppo, quelli on line o dal contadino. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa la Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.

Tra i prodotti alimentari venduti in offerta più frequentemente ci sono – rileva la Coldiretti – quelli simbolo della dieta mediterranea che non possono mancare sulle tavole degli italiani e hanno quindi un effetto calamita sui clienti: dall’olio di oliva alla pasta, dalle conserve di pomodoro ai vini, fino alla frutta. Un onere che spesso ricade sui fornitori per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale.

E’ necessario arrivare al più presto – conclude la Coldiretti – al recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019 per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori.

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