I Finanzieri del Comando Provinciale Cosenza, all’esito di accertamenti eseguiti su delega istruttoria disposta dalla Procura Regionale della Corte dei Conti presso la Sezione Giurisdizionale per la Calabria, hanno contestato un danno erariale di oltre3,5 mln di euronei confronti di4 Dirigenti pro tempore dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.

Nei confronti dei medesimi dirigentiai quali i Finanzieri del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria Cosenza, lo scorso gennaio, avevano notificato altrettanti “atti di costituzione in mora” (exart. 66 del Codice di giustizia contabile)l’A.G. contabile ha proceduto a notificare gli inviti a dedurre (exart. 67).

L’attività dindagine, condottadalle Fiamme Gialle in costante coordinamento con il Vice Procuratore Regionale Dott. Giovanni DI PIETRO, è stata finalizzata alla ricostruzione delle diverse fasi di dueaccordi transattivi, stipulati nel 2014 e nel 2016, tra l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ed una società di factoring.

Con il primo accordo, a fronte di creditidichiarati dall’A.S.P. brutiaquali “certi, liquidi, esigibili ed esecutivi”per un importo di poco inferiore a 47 milioni di euro, la società di factoring aveva accettato di applicare un abbattimento del 40% sugliinteressi maturati e di rinunciare a quelli maturandi,impegnandosi,altresì, a non pretendere altre somme a qualunque titolo e/o causa e/o ragione.

Dopo aver provveduto a corrispondere la quasi totalità degli importi dovuti (residuando oramai il 3,33% della quota capitale oggetto di transazione), l’A.S.P. di Cosenza interrompeva i pagamentinei confronti della società di factoring in quanto accertava che, in realtà,una parte deicrediti vantati da tale ultima società non erano “certi, liquidi ed esigibili”, come precedentemente valutato al momento di stipula dell’accordo transattivo.

Aseguito di ciò, la società creditriceavvalendosi di una specifica clausola dell’atto transattivo che disciplinava proprio tale ipotesidi inadempimentoprovvedeva a richiedere l’intera quota degli interessi originariamente vantati,vanificando i risparmi derivanti dalla transazione.

Le parti (A.S.P. e società di factoring) giungevanoquindi alla stipula di unsecondo atto transattivo,in cui si conveniva chel’Ente pubblico avrebbe provveduto al pagamentodi ulteriorisomme a titolo di interessi, per oltre 2 milioni di euro.

Tale importo, sommato ad altri1,5milioni di euro(sempre a titolo di interessi) che l’A.S.P. di Cosenza aveva nel frattempo pagato alla stessa società di factoring a seguito di altro provvedimento giudiziario emesso dal T.A.R. di Milano (riferiti alla stessa quota capitale oggetto di accordo transattivointerrotto), è stato ritenuto danno erarialedagli inquirenti.

L’Autorità Giudiziaria contabile, all’esito degli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle cosentine,haritenuto connotato da colpa graveil comportamento dei Dirigenti dell’A.S.P. di Cosenzache si sono susseguiti, sia nella fase di accettazione dellaclausola contrattuale, vessatoria per l’Ente pubblico, che prevedeva la ripartenza daccapo degli interessi in caso di sospensione dei pagamenti (a prescindere dalle somme fino a quel momento corrisposte), sia nella fase di sottoscrizione esuccessiva interruzione dell’accordo transattivo, per aver erroneamente valutato che i crediti vantati dalla società di factoringfossero certi, liquidi ed esigibili.

L’odierna attività di polizia economicofinanziaria ed erariale si colloca nel solco degli obiettivi strategici della Guardia di Finanza e testimonia il costante impegno profuso dal Corpo nel contrastare le condotte che pregiudicano le uscite del bilancio nazionale, regionale e degli enti locali,a salvaguardia del principio di oculata gestione delle risorse pubbliche.

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