L’inizio di settembre sembra confermare l’intensità del trend che sta caratterizzando l’estate 2021 riguardo agli arrivi di migranti via mare che interessano le coste ioniche delle Calabria e che pone una serie di problematiche sia in materia di sicurezza che dal punto di vista sanitario.


Questo traffico, tuttavia, è combattuto da una costante attività repressiva da parte delle autorità preposte ove emerge nel suo ruolo di polizia del mare, la componente aeronavale del Corpo della Guardia di Finanza, rappresentata in Calabria dal Reparto Aeronavale di Vibo Valentia,supportato dalle articolazioni operative aeree e navali del Comando Operativo Aeronavale di Pomezia della Guardia di Finanza, che opera in piena sinergia con le Capitanerie di Porto in mare, la Polizia di Stato e i Carabinieri a terra, senza contare i vari enti che, coordinati dalle prefetture competenti territorialmente, consentono una gestione dei migranti senza esporre a rischi la cittadinanza.

Nel corso della costante attività di vigilanza preventiva del mare nazionale, una unità navale della polizia di frontiera romena impiegata in cooperazione con le autorità italiane nell’ambito di una missione Frontex dell’Unione Europea a rinforzo del dispositivo nazionale di polizia in mare, ha segnalato, attorno alla mezzanotte di ieri, una imbarcazione sospetta che dirigeva verso la costa, nei pressi di Capo Rizzuto (KR), permettendo di allertare così il dispositivo di contrasto della Guardia di finanza.

Da Crotone hanno preso il mare due unità navali della Guardia di Finanza, per intercettare
l’imbarcazione e individuare i facilitatori eventualmente a bordo, impedendo loro di avvicinarsi troppo al litorale, sbarcare e dileguarsi a terra.

L’imbarcazione, uno yacht a vela monoalbero di circa 15 metri di lunghezza, è stata abbordata, a poche miglia da terra.

I finanzieri hanno preso il controllo della barca a vela prima che a bordo fossero poste in essere operazioni di sabotaggio del motore o degli organi di governo al fine di simulare una situazione di emergenza, sorprendendo tre sospetti trafficanti (un russo, un turco e un ucraino) ai posti di comando del natante, e l’hanno scortato in sicurezza sino al porto di Crotone dove è giunto nelle prime ore del mattino di oggi.

A bordo oltre ai tre sospettati, sono stati trovati 75 migranti di cui una donna, di nazionalità iraniana o irachena presumibilmente partiti da porti turchi quattro o cinque giorni fa.
Giunti in porto i migranti sono stati consegnati alle autorità preposte all’accoglienza.

È da mettere in rilievo il fatto che da bordo della barca a vela i trafficanti, poco prima di essere abbordati avevano tentato di simulare una situazione di emergenza facendo una chiamata telefonica ai numeri di pubblica utilità. Si tratta di una tattica più volte utilizzata in situazioni simili dai trafficanti, allo scopo di dar loro il tempo di sabotare la barca e allontanarsi o di nascondersi tra i migranti stessi, approfittando del fatto che le motovedette del soccorso in mare non si avvicinano come le unità di polizia, che operano
di soppiatto, con tattiche finalizzate a massimizzare le possibilità di scoprire i responsabili mentre sono intenti a perpetrare la loro condotta illecita, ma ad alta velocità e nelle massime condizioni di visibilità, dando il tempo ai criminali di gestire convenientemente la situazione e sfuggire all’identificazione e alla successiva incriminazione.

Una efficace azione di prevenzione e repressione dei traffici criminali collegati al fenomeno migratorio è possibile attraverso una costante attività di sorveglianza aeromarittima che permette, come in questo caso, di individuare e intercettare i criminali prima che possano arrivare a terra far perdere le proprie tracce e poter, così, organizzare e condurre ulteriori remunerative traversate.

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