Anche per il comparto artigiano, l’Ufficio studi della Camera di commercio di Crotone, pubblica i dati Movimprese inerenti le dinamiche di natalità e mortalità delle imprese artigiane, a livello regionale inerenti l’andamento registrato nel secondo trimestre del 2018. Da aprile a giugno 2018, il saldo annuale tra iscrizioni e cessazioni di imprese artigiane nella Regione Calabria, ha registrato una perdita di 4 imprese.

A determinarlo hanno concorso 433 iscrizioni di nuove imprese (74 in meno rispetto alla stessa rilevazione del 2017) a fronte di 433 cessazioni di imprese esistenti (data al netto delle cancellazioni d’ufficio) circa 129 in più rispetto alla stessa rilevazione del 2017.

Per le iscrizioni si tratta di un dato peggiorativo rispetto alla stessa rilevazione del 2017, amplificato dall’aumento delle cessazioni d’impresa (al netto delle cancellazioni d’ufficio), che fa comunque registrare un tasso di natalità dell’1,31%, ampiamente vanificato da un tasso di mortalità dell’1,31%. Guardando alle forme giuridiche, in termini assoluti la diminuzione del saldo è da imputare alle società di persone che perdono 13 imprese e fanno registrare un tasso di crescita negativo pari al -0,33%; alle ditte individuali che presentano una perdita di 10 unità ed un tasso di crescita negativo del -0,04% ed alle altre forme che perdono 3 unità e che registrano un tasso di sviluppo del -2,24%; L’unico sado positivo è da ascrivere alle società di capitali che con un saldo di 26 imprese, determinano un tasso di crescita dell’1,87%.

L’analisi di dettaglio dei principali indicatori della nati-mortalità delle imprese nella nostra Regione per il II^ trimestre dell’anno, mostra che il saldo regionale è influenzato soprattutto dai tassi di sviluppo negativi registrati dalle imprese artigiane della provincia di Vibo Valentia ( -0,48%) e del Crotonese (-0,10%). Le restanti province calabresi anche se positivi, registrano tassi di crescita al di sotto dell’unità: Reggio Calabria 0,07%; Catanzaro 0,06% e Cosenza 0,03%.

In merito alla forma giuridica le attività imprenditoriali artigiane della nostra Regione rimangono rappresentate prevalentemente da ditte individuali, che rappresentano ben l’ 83% del tessuto imprenditoriale dell’intera Calabria. A seguire, le società di persone, che rappresentano il 12% del totale delle imprese; le società di capitali con il 4% del totale. Più contenuta invece è la percentuale delle altre forme giuridiche, sostanzialmente società cooperative e consorzi, che rappresentano solo l’1% del tessuto imprenditoriale regionale.

Il saldo negativo è da imputare principalmente alle Imprese del manifatturiero che perdono 32 unità; a seguire il settore Commercio con -6 imprese; il comparto istruzione con -2 unità; le Costruzioni, le attività immobiliari e le Attività artistiche sportive e di intrattenimento che perdono rispettivamente 1 unità. Tra i saldi positivi: Altre attività di servizi (+21 imprese); trasporto e magazzinaggio ( + 7 unità); Attività di servizi alloggio e ristorazione ( +5 unità) Noleggio, agenzie di viaggio e serivizi (+4 imprese); Attività professionali scientifiche e tecniche (+3 unità). Sostanzialmente stabili i restanti comparti.

Il tessuto imprenditoriale artigiano calabrese è composto in misura prevalente da imprese che operano in attività di tipo tradizionale ed in particolare: il 29,7% nelle Costruzioni; il 24,4% nel settore Manifatturiero; il 17,2% in Altre attività di servizi e l’ 11,3% nel Commercio.
Esigua la percentuale degli altri settori, per i quali si registra il 5,7% per le attività del comparto turistico e della ristorazione; il 4,7% nel Trasporto e magazzinaggio. I restanti settori, rappresentano il 7% dello stock delle imprese artigiane calabresi al 30 giugno 2018.

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