Un primo momento di confronto per gettare le basi di una programmazione che rivaluti e potenzi il ruolo dell’olivicoltura come settore trainante dell’economia calabrese». Così l’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo commenta l’esito dell’incontro, svoltosi nei giorni scorsi in Cittadella, con le organizzazioni produttive olivicole.

Aprendo la riunione, l’Assessore ha esordito dicendo che «l’ulivo, in Calabria, dovrebbe essere considerato una coltura sacra, quasi una cultura, avendo rappresentato, per tanto tempo, un ascensore sociale per molte famiglie calabresi. Bisogna dire che in questo settore molto è stato fatto, ma molti e molto ampi sono ancora gli spazi di crescita». In proposito, ha sottolineato Gallo, «non possiamo produrre quasi esclusivamente olio per consumo familiare: con i nostri oli di qualità dobbiamo iniziare a scalare le vette ed a generare ricavi importanti. Contiamo 160.000 ettari di uliveti e 40.000 di agrumi, numeri importantissimi, ma ad oggi sono mancati organizzazione ed indirizzo politico. Sono convinto che dobbiamo partire da queste filiere per aggredire i mercati oltre confine. Per far questo, dobbiamo lavorare ad una programmazione certosina ed organica».

In coda al dibattito, nel segno della concertazione e della volontà di giungere così ad un cambio di passo rispetto al passato, la decisione unanime di aggiornare i lavori ai primi di Settembre, per ragionare su soluzioni condivise. «Nel corso dell’incontro – ha rimarcato l’Assessore – ho ascoltato esigenze e linguaggi diversi: le Op hanno evidenziato, tra le tante cose, la necessità di ristrutturare gli uliveti attuali, sostenere l’accesso al credito, pensare ad interventi mirati di promozione, valorizzare il settore dell’olio bio, privilegiare il marchio Igp. Premesso che con il Presidente Santelli siamo convinti del ruolo fondamentale della promozione, in agricoltura come nel turismo, ci siamo lasciati con l’impegno a rivederci per riflettere sulle proposte che i produttori riterranno opportuno elaborare, per scrivere insieme quelle che potrebbero essere le strategie di intervento del comparto olivicolo dei prossimi anni».

image_pdfDownload pdfimage_printStampa articolo