Sarà un Open studio alle h. 18,00 di sabato 8 settembre al Parco Archeologico Scolacium (Cz), a chiudere INRUINS, la residenza d’artista che per 13 giorni ha visto impegnati fra le rovine del Parco 13 artisti provenienti da varie parti del mondo, per il progetto che coniuga arte contemporanea, tecnologie digitali e archeologia.

La residenza d’artisti nel Parco, che è uno dei più importanti e suggestivi siti archeologici del sud Italia, rientra nel solco di attività promosse dalla Fondazione Armonie d’Arte, la cui presidente Chiara Giordano da tempo ha iniziato ad ampliare il suo profilo internazionale, avviando un percorso di interesse per l’arte contemporanea. Il progetto, che nasce dall’idea delle artiste Maria Luigia Gioffrè, Elisa Costantini e della curatrice Azzurra Pitruzzella, muove dalla convinzione delle ideatrici che passi anche e soprattutto dai nuovi linguaggi delle arti, capaci di approcciare siti millenari in modo originale e innovativo. Il team curatoriale a Scolacium ha seguito in dettaglio la residenza d’artisti, composta da: Renata De Bonis, Simona Brinkmann, Sarah Derat e Rachel McRae (Digital&Dead), Harley Price, Giovanna Petrocchi, Donald Chow, Sarah Roberts, Alice Guittard e Lidia Bianchi per dare vita e corpo ad un progetto internazionale di residenza artistica, che pone al centro della propria ricerca una riflessione sull’archeologia e il suo significato contemporaneo in relazione alla tecnologia digitale.

L’Open studio che chiuderà questa sezione del progetto, per poi riaprire con una Mostra delle opere compiute nella prossima primavera, svela i lavori in progress, gli spunti, gli studi che nell’arco della residenza gli artisti hanno compiuto, ciascuno a partire da proprio linguaggio d’elezione: la fotografia, la stampa, il suono, la pittura su pietra, la fotografia digitale, la stampa in 3D.

“Nel corso di queste due settimane di residenza – spiega la curatrice Azzurra Pitruzzella – gli artisti hanno avuto a disposizione tutti i luoghi del parco archeologico, e tramite workshop, tour e una mostra all’interno del sito, sono stati impegnati in modo immersivo nella ricerca, nello studio e produzione di opere d’arte, che saranno esibite all’interno del parco in mostra nella prossima primavera. I workshop – aggiunge Pitruzzella -, diretti da Juan Covelli, Neale Willis e Nicola Lorini, tre artisti con differenti approcci al digitale, hanno avuto il merito di stimolare la ricerca degli artisti in residenza sia dal punto di vista teorico che pratico, presentando loro tecniche di scannerizzazione 3d, collezione di dati e lavori collettivi. INRUINS – conclude Azzurra Pitruzzella – riprende ed esplora il tema mai esaurito fra Materialità e Integrità, centrale nel dibattito sull’archeologia e la sua fruibilità, in un mondo in cui il digitale ha reso frammentaria, fluida e non-gerarchica la comunicazione, interrogandosi sul modo in cui le rovine archeologiche considerate “sacre” e “intoccabili” esistono e comunicano nel presente”.

Sarà certamente un Parco nuovo, mai visto prima, riletto e restituito dalla creatività dei 13 artisti, quello che con l’Open Studio Vi aspetta sabato 8 settembre h.18.00 a Scolacium.

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