Una articolata e franca assemblea, quella svolta stamattina nel piazzale antistante del Sant’Anna Hospital, di una nutrita delegazione dei trecento dipendenti della clinica con i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil per fare il punto sulla drammatica vertenza aperta in seguito alla crisi di liquidità e al mancato accreditamento che hanno segnato lo stop alle attività sanitarie dallo scorso 24 dicembre.

Quello che chiedono in maniera unitaria sindacati e lavoratori è di “fare in fretta, affinché non si perda un solo posto di lavoro e vengano difesi i livelli occupazionali, e questo al di là delle competenze delle varie parti in campo”.

Ad affermarlo sono Enzo Scalese e Franco Grillo, rispettivamente segretario generale e segretario della Fp Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone e Vibo Valentia, affiancati da Antonio Cristofaro della Fp Cisl Magna Graecia, e Franco Maltese della Uil.

“La politica è l’arte del possibile: quello che chiediamo è che si arrivi celermente ad una sintesi delle posizioni istituzionali contrapposte per individuare una soluzione condivisa nell’interesse dei lavoratori e del mantenimento della qualità del servizio d’eccellenza che da sempre questa clinica garantisce – affermano i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil -. Parliamo di una struttura che garantisce almeno mille interventi cardiochirurgici l’anno, e già con la struttura nel pieno delle prestazioni è dimostrato che c’è un’ampia platea di pazienti costretti a migrare fuori regione, dimostrando che tre Cardiochirurgie l’anno non sono sufficienti.

Continueremo a vigilare sullo svolgimento delle procedure e del confronto affinché la soluzione individuata sia la migliore possibile e nel rispetto della legalità che è l’alveo da cui da sempre operiamo. Di cosa parliamo: accreditamento da parte della Regione al termine del procedimento burocratico che porterà l’Asp alla firma dei contratti? Parliamo di un commissariamento della struttura per consentire la ripresa delle attività oppure della reinternalizzazione dei servizi? Qualunque sia la soluzione – hanno detto ancora Cgil, Cisl e Uil – bisogna fare in fretta perché c’è il rischio di perdere la forza lavoro professionalizzata per tenere in piedi questo servizio di eccellenza. Martedì avremo un incontro congiunto per valutare la richiesta dell’Azienda di cassa integrazione a zero ore per 240 operatori per una durata di 26 settimane: se così fosse parleremmo di una chiusura di fatto della clinica.

La Calabria non può permettersi di perdere un solo posto di lavoro, sarebbe una vera e propria bomba sociale. Attendiamo – concludono i sindacati – risposte dal prefetto Luisa Latella che abbiamo incontrato nel giorni scorsi e ci ha assicurato che non appena avrà risposte su una serie di ipotesi messe in campo, visti che le abbiamo posto il problema della difesa del servizio di eccellenza e dei livelli occupazionali, ci avrebbe riconvocati”.

image_pdfDownload pdfimage_printStampa articolo