Il Corpo della Guardia di Finanza, quale polizia del mare nazionale, ha la responsabilità del presidio di prima linea delle acque territoriali italiane.

In Calabria dove, sotto l’egida del Comando Regionale di Catanzaro, agisce la risorsa specializzata costituita dal Reparto Operativo Aeronavale (R.O.A.N.) di Vibo Valentia, articolato lungo tutta la costa regionale sui diversi presidi della Stazione Navale di Vibo Marina e rinforzato dalla componente degli elicotteri della Sezione Aerea di Lamezia Terme, opera, un dispositivo permanente e unitario di prevenzione e contrasto ai traffici illeciti in generale e in particolare a quello di migranti, rinforzato da unità navali e aeree appartenenti alla componente alturiera del Corpo, del Comando Operativo Aeronavale (C.O.A.N) di Pomezia che, tramite gli aerei del Gruppo di Esplorazione Marittima di Pratica di mare e le unità navali del Gruppo Aeronavale (G.A.N.) di Taranto, integra efficacemente in alto mare, la sorveglianza costiera.

Poche ore dopo la conclusione di una analoga operazione aniimmigrazione aRoccella Jonica, nella prima mattinata del 8 giugno un velivolo della Guardia di Finanza del COAN in missione di controllo avanzato sul mare Jonio, ha allertato il dispositivo di sorveglianza, segnalando un’ altra imbarcazione a vela a una trentina di miglia marine dal mare territoriale italiano, in navigazione con rotta verso le coste nazionali che, a un esame sommario, poteva sembrare regolare ma in base all’esperienza dei finanzieri appariva, invece, sospetta.

Due unità navali della Guardia di Finanza, una del ROAN di Vibo Valentia e una del Gruppo Aeronavale di Taranto, hanno preso immediatamente il mare, hanno individuato il natante, un monoalbero di una quindicina di metri, costantemente monitorato dagli elicotteri della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, lo hanno, quindi, intercettato attorno alle 18:00 dell’8 giugno, quando aveva varcato il limite delle acque territoriali nazionali, a largo della Calabria.

I finanzieri hanno trovato a bordo, stipati sottocoperta, 53 migranti, (43 adulti 10 minori tutti di sesso maschile, di probabile origine pakistana) e all’esterno, al timone, due cittadini ucraini, sospetti scafisti.

I militari hanno preso in custodia gli ucraini e condotto sotto scorta la barca a vela al porto di Crotone dove èsono giunti nella primissima mattinata odierna, per le operazioni di identificazione dei migranti e quelle di assistenza sanitaria.

Dalle prime informazioni sarebbero partiti alcuni giorni fa dalla Turchia e tutta la navigazione è stata condotta in modo da raggiungere l’Italia nell’arco notturno fra sabato e domenica, con l’evidente speranza di trovare meno controlli, portare a termine senza problemi il traffico e consentire agli scafisti di dileguarsi per perpetrare nuovi ingressi di stranieri.

Al momento dell’intercettazione la barca a vela stava navigando senza alcun problema apparente e i migranti, non visibili all’esterno, sono stati scoperti solo quando i militari saliti a bordo del natante, sono entrati nei locali interni.

I presunti scafisti saranno verosimilmente sottoposti ad arresto, l’imbarcazione, come in casi simili sequestrata, e i migranti condotti nelle strutture di accoglienza per gli adempimenti del caso.

L’attività della Guardia di Finanza posta in essere attraverso un articolato dispositivo di prevenzione, e rivolta al contrasto al traffico di migranti, ha lo scopo di interrompere le attività illecite e di colpire coloro, che, traendone ingente lucro, gestiscono e organizzano criminalmente l’ingresso clandestino di stranieri nel territorio nazionale e comunitario.
Ogni risultato positivo in questo ambito può, quindi, contribuire non solo a punire i materiali responsabili del singolo atto criminale, ma a disincentivare e rendere meno conveniente il traffico stesso. “

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