Oggi pomeriggio il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani insieme ad Anna Parretta presidente di Legambiente Calabria e ad una delegazione di circoli calabresi si recheranno alla camera ardente allestita a Crotone, al PalaMilone, per rendere omaggio alle vittime del naufragio del barcone di migranti, portando un fiore e una maglietta rossa.  

“Quella avvenuta nei giorni scorsi è l’ennesima tragedia in mare con una terribile strage di innocenti che nessun cittadino dotato di un minimo di buon senso può tollerare. Continuiamo a indignarci – sottolinea il Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – per le modalità con cui il nostro Paese e l’Europa gestiscono una questione sociale molto delicata, dimenticando che ogni Paese industrializzato deve farsene carico perché responsabile di queste migrazioni causate sempre più da tensioni e conflitti per l’accaparramento di materie prime o risorse energetiche e dalla crisi climatica che rende invivibili le loro terre”. 

Nel 2018 Legambiente ha promosso la mobilitazione delle magliette rosse con Libera, Arci e Anpi contro le politiche di chiusura del nostro Paese ai crescenti fenomeni migratori. Da 5 anni Goletta Verde naviga in mare con lo striscione “Porti aperti alla solidarietà”, contro i decreti sicurezza con cui si è criminalizzata anche l’attività delle Ong operanti nel Mediterraneo, per ricordare che in tante occasioni l’Italia si è distinta per operazioni solidaristiche dentro e fuori i confini nazionali. 

 

È quel paese fatto di cittadini, associazioni di volontariato, rappresentanti di istruzioni, sindacati e imprese che a vario titolo danno oggi un contributo di solidarietà nei confronti di chi salva vite in mare e di chi fa una scelta spesso straziante, lasciando il proprio paese, cercando la fortuna all’estero, imbarcandosi purtroppo in viaggi difficili e pericolosi. 

 

“È quell’Italia responsabile – aggiunge Ciafani – che non volta lo sguardo dall’altra parte. È quell’Italia che considera irresponsabile non la scelta di mettersi in viaggio con i propri figli, ma attuare politiche disumane che alimentano tragedie che non vorremmo vedere più nel mar Mediterraneo, come nel resto del mondo. In questa Italia c’è anche tutta la comunità della nostra associazione. Ed è per questo che oggi siamo qui”.  

 

 

 

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